Mattia Minghetti - Psicologo Infantile | Workshop e incontri tematici
Mattia Minghetti, Phd, Psicologo Infantile, Psicoterapeuta
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5 – Workshop e incontri tematici

L’organizzazione di eventi tematici su aspetti psicologici, sociali e relazionali aperti al pubblico sono importanti tanto quanto il lavoro clinico con i propri pazienti. Con gli incontri tematici si può incontrare anche quella parte di popolazione che normalmente non entra nello studio di uno psicologo. Gli Workshop rappresentano una prima linea di prevenzione e sensibilizzazione del disagio. Le tematiche possono essere le più varie, ma non devono mai ridursi a un incontro didattico e frontale, ma un momento di dialogo e confronto, in cui ognuno dei partecipanti può intervenire e condividere le proprie esperienze e il proprio vissuto.

Infatti lo psicologo non è una persona che vuole insegnare qualcosa, ma mira a far riflettere, a promuovere il dialogo. Trovarsi insieme ad affrontare tematiche nuove, o meglio ancora tematiche molto note ma da una prospettiva nuova, può essere una grande risorsa.

Gioco d’azzardo compulsivo

Dal casinò alle nostre case

Fino a meno di dieci anni fa chi traeva piacere dal gioco d’azzardo poteva “sfogarsi” giocando al Lotto in Tabaccheria, oppure comprando qualche “gratta e vinci” in edicola. Per qualcuno poteva farsi largo l’idea di organizzare un viaggio oltre i confini nazionali, per visitare i Casinò famosi; ad altri poteva bastare un Poker con gli amici. Il gioco d’azzardo accompagna da sempre la storia dell’uomo: fin dagli inizi del secolo scorso Skinner teorizzò la dipendenza dal gioco d’azzardo attraverso il rinforzo variabile. Nel nostro paese poteva capitare che qualcuno si facesse “prendere la mano” dal gioco, ma la facilità da parte della famiglia di identificare questi comportamenti (ad esempio un viaggio all’estero per raggiungere i Casinò è difficilmente mascherabile), ha sempre fatto sì che l’incidenza del fenomeno sia stata a lungo considerata come trascurabile.

Ma la legalizzazione delle sale da gioco in Italia, la diffusione delle Videolottery in ogni bar e la possibilità di giocare anche on-line, senza muoversi da casa, ha creato una ondata di dipendenza senza precedenti: liberi professionisti che hanno rovinato le loro attività e le loro famiglie, giovanissimi schiavi del gioco, casalinghe che sperperano la pensione fino all’ultimo centesimo. Purtroppo esistono specifiche tecniche per indurre al gioco e creare dipendenza; questo workshop ha come finalità quella di riconoscere i sintomi della dipendenza da gioco d’azzardo (in sé stessi e nelle persone che ci stanno vicine) e a difendersi dalle logiche perverse del gioco stesso.

Uso e abuso di sostanze

La funzione “sociale” delle droghe

Ad oggi tutti gli occhi sono puntati verso le nuove dipendenze (Internet, gioco d’azzardo), ma questo non deve farci dimenticare le dipendenze “classiche”, tra cui spicca l’uso e l’abuso di droghe, con particolare attenzione a quelle legali e “para-legali”: mai, come in questo periodo storico, ci si approccia a queste sostanze da giovanissimi, a volte nella più totale indifferenza da parte delle istituzioni, a volte per complesse logiche economiche, a volte per una sottovalutazione del rischio. Infatti tutti noi abbiamo la percezione che l’Eroina o l’LSD “facciano male”, ma spesso ignoriamo che le due principali cause di morte evitabili nel mondo sono causate dal fumo di sigarette e dall’alcol. Il ministero della sanità stima che ogni anno in Italia muoiano 60 mila persone per le cause del fumo, e più di 2 mila incidenti stradali mortali siano causati dalla guida in stato di ebrezza.

Senza contare le bevande energetiche, che sono dei veri e propri stimolanti di cui abusano anche i giovanissimi. A questo quadro si aggiungono quelle sostanze non legali ma di uso comune, come la marijuana, che viene consumata socialmente; nell’ultimo periodo anche Cocaina e Anfetamine vengono consumate in modo sociale, con effetti devastanti.

Conoscere i sintomi, gli effetti diretti e collaterali, le connotazioni sociali delle droghe, è importante per genitori e figli, per abbattere false credenze e prevenire l’uso e la dipendenza.

Tematiche educative

La difficoltà di essere genitore

Può dormire nel lettone con mamma e papà? Può guardare la TV mentre mangia? Possiamo usare il tablet per farlo stare seduto in pizzeria? Può andare a letto dopo la mezzanotte? Teoricamente la risposta a queste domande è “No”, ma spesso la teoria si scontra con la realtà e dopo una lunga giornata di lavoro è difficile riuscire ad imporsi con un figlio pieno di energie e si è disposti a scendere a compromessi poco “educativi”. D’altronde fare i genitori è il mestiere più difficile del mondo e avere una ricetta è impossibile. Però è possibile confrontarsi con altri genitori e con professionisti per crescere insieme.

L’uso consapevole dei Social Network

Buone pratiche per regolamentare uno strumento sicuramente utile ma che può nascondere delle insidie

A che età si può avere uno Smartphone? A che età ci si può iscrivere a un social Network? Servizio di Instant messaging o vero e proprio Social? Presenta più pericoli questo o quel Social? Cosa rischio se invio o condivido foto o video?

Queste sono solo alcune delle domande che interessano adulti, adolescenti e preadolescenti e che spesso non trovano una sicura risposta. Attraverso la somministrazione di questionari dedicati ad adulti e genitori, di cui mi occupo personalmente nell’ambito del Progetto Patchwork, si crea un osservatorio privilegiato sull’ attuale rapporto con le nuove tecnologie, per poter rispondere a domande le cui risposte possono variare di mese in mese, a causa della velocità di evoluzione di questo particolare settore.

 

Cyber-bullismo

Una problematica in crescita, una soluzione possibile?

Il bullismo, o comunque le prese in giro tra ragazzi (senza connotazioni così gravi da essere connotate come bullismo), sono cosa nota e ben studiata nella letteratura psicologica. Ma il fenomeno a cui stiamo assistendo in questi anni ha una connotazione ben diversa, che fa sentire gli adulti impotenti. Le comunicazioni sul web sono incontrollabili e hanno una risonanza inaspettata: uno scherzo sgradevole in classe può diventare un video virale e cadere in un reato penale per diffamazione o diffusione di immagini improprie. Da 4 anni mi occupo, col progetto Patchwork, di prevenire il fenomeno, attraverso incontri nelle classi e workshop a tema.